Turismo

vocazione turistica

Montesilvano è una città che ha una forte vocazione turistica legata soprattutto alla balneazione estiva. Conta numerosi alberghi di ogni categoria, alcuni dei quali di alto livello qualitativo e dotati di servizi di animazione; i maggiori sono concentrati nella zona settentrionale della Marina, chiamata appunto Grandi Alberghi. La località è attrezzata anche per ospitare importanti convegni nazionali e internazionali, disponendo, nella zona suddetta, di un palacongressi.
 
Vi sono ristoranti, chalet, una multisala cinematografica e una pista ciclabile che percorre tutto il lungomare e che a sud si collega con la ciclabile della confinante Pescara. La ciclabile fa parte della realizzanda Ciclovia Adriatica, un percorso che una volta completato andrà a collegare l'intera costa adriatica con benefici sulla mobilità sostenibile locale ma anche nell'economia indotta dal flusso cicloturistico durante tutte le stagioni.
 
A Montesilvano è ambientato il film La guerra degli Antò, che ha come protagonisti quattro giovani punk che cercano di sfuggire alla monotonia della vita di provincia e a una fittizia chiamata alle armi.
 
Montesilvano centro dispone di una pista di pattinaggio su ghiaccio aperta al pubblico dalla metà di dicembre fino all'epifania. Nel mese di aprile 2009 è stato inaugurato il "Museo del Treno", avente sede in aree dismesse del demanio ferroviario presso la stazione cittadina. E' gratuitamente accessibile ed espone tre locomotive (di cui una a vapore), alcuni carri merci degli anni venti/trenta del novecento (del tipo FS "F1925", anche tristemente famosi per le tradotte di prigionieri e deportati nella seconda guerra mondiale) ed altri veicoli di interesse storico; tutti riconvertiti a luoghi espositivi e didattici. Gran parte dei rotabili preservati da demolizione certa, è di proprietà comunale. Il sito annovera anche una interessante collezione ferromodellistica, completa di plastico sociale funzionale e più diorami statici riproducenti luoghi e stazioni ferroviarie abruzzesi del novecento; l'intero patrimonio museale è gestito volontaristicamente da un'associazione culturale di scopo non lucrativa.
Museo del Treno - Acaf di Montesilvano

INDIRIZZO DEL MUSEO:
Piazza Alfredo Beni 95/1
(piano terra stazione FS-RFI ed annesso ex scalo merci)
65015 Montesilvano (Pescara)
INGRESSO GRATUITO
Visite guidate nei giorni:
Domenica, ore 10/12
Lunedì, ore 17,30/19
Giovedi (da prenotare), ore 17,30/19.
Ulteriori appuntamenti da concordare:
info:
Sede Sociale: 085.4483160
Guida volontaria: 347.9826679
Guida volontaria: 338.1877817
Guida volontaria: 339.5493395
Didattica per gruppi: 393.8938586
Presidente: 347.4494986
Direttore Museale: 349.1347413
Pubbliche Relazioni: 335.7792260
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.acaf-montesilvano.com

L’esperienza di un museo ferroviario per tramandare

Cosa deve aver spinto una decina di soci fondatori, il 13 settembre
2002, a darsi appuntamento nella sala riunioni della Giunta Municipale di
Montesilvano, davanti ad un Notaio della Repubblica e con la presenza del
Sindaco della Città? E per sottoscrivere quale atto pubblico? La formalizzazione
di un sodalizio come tanti nella quarta città abruzzese per dati demografici?
Sono amici tra loro, ex colleghi di lavoro e semplici sostenitori di un’iniziativa
alquanto atipica, nel contesto metropolitano.
E’ vero, precedentemente, presso l’Associazione “Dopolavoro Ferroviario”
di Pescara erano sorte significative attività di recupero di memoria
ferroviaria e di intensa esperienza di ferromodellismo; nell’alveo culturale del
ben più vasto mondo delle forme di socializzazione di questo antico ed affermato
luogo di scambi e relazioni. Durante il tempo libero speso oltre gli anni
e le ore di servizio vissute alle dipendenze delle Ferrovie dello Stato.
Ma quella dell’Associazione Culturale Amatori Ferrovie (ACAF) di
Montesilvano, voleva essere la promozione di un’idea-progetto che in qualche
modo evolvesse i principi costitutivi dopolavoristici e quell’attenzione esclusiva
alla storia dei trasporti su rotaia; con particolare riguardo alle relazioni di
ambito abruzzese e circonvicino. Consapevole dell’importante vicenda delle
linee ferroviarie della rete statale e concesse, in particolar modo soppresse,
sospese o in via di decadimento.
A ferrovieri da poco pensionati e ancora in servizio, si deve la
realizzazione di tale progetto. Alcuni dei quali già iscritti alla sede pescarese
del Dopolavoro, già distintisi per dedizione ed attitudine operativa. Altri, alla
prima esperienza, sembravano piuttosto prudenti sulle effettive probabilità
di buon esito di certe finalità statutarie e sociali. Al cui sostegno, occorre
riconoscerlo, la competente Direzione relazioni esterne e rapporti con in
media per Abruzzo, Marche e Molise del Gruppo Ferrovie dello Stato, ha
mai fatto mancare attenzioni sollecite e determinate. Tante erano le istanze di
Acaf al suo indirizzo ed altrettante erano le risposte, quasi sempre positive,
di quest’ultima; che ovviamente faceva da tramite presso società del gruppo,
quali Rete Ferroviaria Italiana spa, Trenitalia spa (con la sua divisione “Cargo”),
nonché presso la Polizia Ferroviaria territoriale.
La lettura puntuale dello Statuto ed Atto Costitutivo aiutano a meglio
capire: L’Acaf si formalizza presso la sede civica, anche perché il Comune
assumerà il ruolo non secondario di ospitante di beni e servizi. Al Comune
erano da poco state concesse superfici del demanio ferroviario dismesso, per
destinazione a parcheggio pubblico di interscambio, all’interno dello scalo
cittadino. Il Comune chiederà la preservazione di veicoli storici demolendi,
accollandosene la proprietà. Il Comune si incaricherà di garantire pubblica 
illuminazione, pulizia di aree, manutenzione del patrimonio veicolare
acquisito, logistica generale ed assistenza tecnica nei luoghi ed immobili allo
scopo destinati.

Originariamente l’Acaf viene percepita dai più come il modo per
allineare in vetrina modelli ferroviari in scala e magari porli in corsa sul
plastico sociale ospitato nell’area espositiva. Un manufatto funzionale in
grado di proporre al numeroso pubblico persino riproduzioni di stazioni e
luoghi perduti del territorio montesilvanese pre-urbanizzato, attraversato da
due tratte ferroviarie nel secolo Otto/Novecento.
Una lettura più approfondita pone l’accento sull’Acaf quale soggetto
promotore di un sito museale cittadino. Unico in Abruzzo e terzo sulla costa
adriatica, dopo i ben più noti esempi di Trieste “Campo Marzio” (antica
stazione austro-ungarica) e Lecce (statale estremità attuale della storica
ferrovia adriatica “Bologna-Otranto”).
E perché il primo museo cittadino avrebbe dovuto riguardare della storia
dei trasporti su ferro? Solo per la passione incondizionata di pochi irriducibili?
Solo per il buon gusto dell’amore per il passato delle città rivierasche, divenute
tali proprio grazie all’avvento della locomotiva? La risposta è alquanto più
motivabile e lasciata all’intuito del pubblico avventore.
Nell’anno delle celebrazioni, oggetto di questa pubblicazione, si
sarebbe potuta riproporre la “scaletta” delle cerimonie del 140°, nel 2003;
peraltro riuscitissime ed ammirate. Anche se non tutti sarebbero stati pronti a
scommettere su un programma di valorizzazione di beni e rotabili della storia
ferroviaria italiana. Tra i sostenitori, non sono mancati Enti Locali territoriali,
la Regione, la Fondazione Pescarabruzzo, la Ferrovia Sangritana Spa, la
Gestione Trasporti Metropolitani Spa ed alcuni privati dei vari comparti.
Per scommettere sul recupero e fruibilità gratuita di vari reperti, allocati in
luoghi diversamente destinati a degrado urbano e marginalità sociale. Dopo
la dismissione operativa, a seguito della chiusura delle attività dell’un tempo
iperattivo scalo merci di Montesilvano.
E’ così che dal 2009, anno della sua inaugurazione e presentazione
ai media, il Museo del Treno di Montesilvano, sorto per dettato statutario di
Acaf, fa parlare di sé ed offre ai non pochi visitatori di raccontare un vissuto
di generazioni andate, in un’Italia centocinquantenaria che non disdegnava
di ripercorrerlo nel 2011/2012 con manifestazioni istituzionali di ogni genere.
Se una locomotiva a vapore del 1924 (la FS 940.052), se un’altra diesel
da manovra del 1964 (con un’altra di prossima destinazione), se ben quattro
carri merci degli anni venti/trenta del Novecento (i famosi “F 1925” del periodo
delle deportazioni e dei più tristi accadimenti del loro secolo), se altri veicoli
per trasporto bagagli e posta, per treni merci e viaggiatori di fabbricazione
ante e post-bellica, sono ristrutturati esteticamente per la statica esposizione
(ma evoluti internamente), lo si deve ad un intenso periodo di lavoro di pochi
ed operosi soci di Acaf che da anni impiegano tempo e fatica, per offrire a
quanti non c’erano e scolaresche uno spaccato di certe relazioni di un tempo.

Un impegno costante e a tratti un difficoltoso lavoro che oggi permette
di ammirare dieci rotabili, all’interno dei quali è possibile essere guidati
per seguire filmati, osservare strumentazioni, attrezzature, segnali, vestiari,
documentazioni amministrative, titoli di viaggio, barriere di passaggi a livello,
colonna idraulica per locomotive, insegna in marmo con caratteristiche di un
ponte, segnale di protezione ad ala semaforica, segnale luminoso di partenza
a vela singola, carretti porta bagagli, arredi d’ufficio, manifesti d’epoca,
regolamenti in disuso, garitte per frenatore, cabina per guida simulata di
locomotore elettrico FS del tipo E636, sala d’aspetto, staccionate, cancelli di
stazione, ciclorotabile di ispezione in linea, lampade ad acetilene per lavori
in galleria e molto altro materiale da tempo scomparso dalla “scena” delle
esperienze umane e lavorative ferroviarie. Un luogo in continua di ricerca
di fonti, retroscena, ragioni, antefatti ed accadimenti; dove poter discutere,
incontrarsi, raccontare e tramandare. Ma anche per far da cornice ad eventi
e che tenga conto dell’esigenza di conservare e riparare dagli inesorabili
fenomeni meteorici nel tempo i suoi “gioielli”.
Anche per questo, alla direzione museale non è apparso ambizioso
proporre al Comune l’approvata progettazione a fini ricostruttivi del
manufatto, in rigoroso materiale ligneo, di una tettoia auditorium; nello stile
di quelle opere d’arte ottocentesche, ancorate ai piani caricatori degli scali
merci convenzionalmente denominati “piccola velocità” (a significare la
localizzazione delle spedizioni affidate a convogli merci, tradizionalmente
lenti). Molte di queste costruzioni sono ancora esistenti in buona parte delle
stazioni italiane, ma a Montesilvano una struttura simile fu fatta saltare in aria
dall’esplosione di vagoni carichi di ordigni bellici anticarro, durante le alleate
incursioni aeree a seguito dei fatti dell’armistizio dell’otto settembre 1943.
Un modo ulteriore, poco presuntuoso, per tener viva una memoria
pur modesta di cruenti fatti in tempi di guerra; con lo scopo di favorire le mai
esauste aspettative di aggregazione e promozione culturale nella Montesilvano
della grande immigrazione demografica, ancor oggi priva di anima e midollo
socio-motivante.
Il Museo del Treno è classificato ai sensi della Legge Regionale in
materia (la n.44 del 1992).
All’Acaf, ad i suoi immancabili sostenitori di sempre, ai suoi fruitori
del futuro, la sfida di assicurare a quanti altri ne potranno godere, l’utilità
culturale di una realtà atipica come questa.

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